Il 7 novembre la Commissione europea pubblicherà il rapporto annuale sui progressi della Turchia in vista dell’adesione all’Unione europea. Due settimane prima il Parlamento europeo si pronuncerà votando una risoluzione affidata all’eurodeputata olandese Ria Oomen-Ruijten, del gruppo del partito popolare europeo e dei democratici europei (PPE-DE). L’eurodeputata ci parla del futuro delle relazioni fra Unione europea e Turchia e del possibile ingresso nella famiglia europea.
La Turchia, forte dello status di candidato ufficiale all’Ue, è in fase di negoziati con la Commissione europea per verificare i progressi riguardanti le condizioni richieste per l’ingresso nell’Ue. A dire l’ultima parola sarà poi il Parlamento europeo, che dovrà sancire un eventuale accordo.
In ogni modo, la recente conferma del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan e l’elezione del nuovo presidente Abdullah Gül, pur contro il parere dell’esercito, rappresentano due segnali positivi della maturità della democrazia turca.
Cosa chiede il Parlamento
Al momento la Commissione è impegnata a valutare diversi aspetti del sistema turco: il ruolo dell’esercito, la questione di Cipro, il sistema giudiziario, il rispetto dei diritti e delle libertà umane e delle donne, e la protezione di minoranze etniche e religiose. Un’attenzione speciale viene inoltre rivolta all’auspicata introduzione di una politica a tolleranza zero sulle torture.
“Il voto del Parlamento anticiperà la pubblicazione della Commissione – esordisce la Oomen-Ruijten – e dunque non reagiremo alle valutazioni sui progressi della Turchia ma segnaleremo quegli aspetti che secondo noi dovranno essere presi in dovuta considerazione”.
Il Parlamento vorrebbe inoltre estendere la portata della relazione, come ci spiega la deputata olandese, insistendo “sulla necessità di coesione sociale e chiedendo maggiori informazioni sul livello del dialogo della società civile nei due blocchi, e soprattutto sullo sviluppo sociale ed economico del sud-est del paese”.
Le chance della Turchia
“Lo scopo del rapporto – continua la Oomen-Ruijten – è quello di individuare i punti forti e quelli deboli della Turchia. L’anno scorso abbiamo notato dei rallentamenti nel processo di riforme, ma sono fiduciosa che il nuovo governo, forte di un mandato sicuro e di un ampio consenso popolare, riprenderà presto la sua marcia. D’altro canto – osserva l’eurodeputata – hanno già dichiarato di essere impegnati nelle riforme, e credo e che questo rappresenti un segnale positivo”.
Un futuro ancora lontano
Il processo di ammissione della Turchia all’Ue è ufficialmente iniziato nel 2005, ma è ancora presto per capire come andrà a finire. Ria Oomen-Ruijten ci spiega il perchè. “Tutti gli Stati membri dovranno ratificare il risultato delle negoziazioni, che dovrà poi essere sottoscritto dal Parlamento turco e da quelli di tutti gli altri Stati membri. Comunque vada, il Parlamento europeo dovrà accordare il suo consenso, e ricevere dunque l’approvazione popolare. E’ un processo indefinibile – conclude – e non sappiamo quanto ci vorrà”.