Caro Severgnini,
è difficile parlare di una città o di una realtà che non si conosce bene, così come restare lucidi e obiettivi nel parlare della propria città, pur riconoscendone i difetti e i pericoli. I fatti che in questi ultimi giorni hanno travolto Perugia sono stati gravi. Ciò che ha seguito questo triste omicidio è stata però una bieca ed errata generalizzazione, con gli studenti divenuti di colpo una banda di violenti, viziosi e trasgressivi. Non ci sto.
Sono perugino e faccio l’Università. Nel centro di Perugia vivo senza paura, esco con i miei amici. La sera gli studenti si ritrovano fra le scale del Duomo e i locali del centro, si beve birra, spesso si fumano canne; chiunque abbia fumato una canna sa che l’effetto è solo quello di un forte rilassamento e pigrizia. Altro che violenza e trasgressione, addirittura buia, cupa e violenta.
Quello che succede a Perugia è quello che succede in ogni città d’Italia che abbia una forte rappresentanza studentesca. Degli studenti i perugini non hanno paura, nonostante qualche schiamazzo notturno. I cittadini hanno paura, sì, ma degli immigrati, e a prescindere.
Sbagliando, a volte. Ricordo che quando a mia nonna rubarono la sua cinquecento mi chiamò in lacrime dicendomi: “sarà sicuramente stato qualche marocchino”. Invece era stato un tossico che l’aveva “presa in prestito” per tornare a casa. E noi ancora non abbiamo imparato a distinguere fra i tipi d’immigrazione, mi pare. Quella pericolosa è fatta di delinquenti che fuggono dal proprio paese per venire in Italia, paese viene invaso da criminali che sanno di poter rimanere impuniti, dove le regole sembrano non esistere.
Essere studenti Erasmus o fuori sede significa fra le altre cose allontanarsi, spesso per la prima volta, da casa e dai genitori. Usufruire di libertà nuove e lungamente attese. Conoscere ragazze o ragazzi che possono affascinare o far innamorare, poter vivere per la prima volta una vita adulta, e relazioni più o meno importanti, d’amicizia o con l’altro sesso. Ma di certo non possiamo cominciare a colpevolizzare anche questo.
Non bisogna lasciarci suggestionare, fino a credere questa città un magazzino di droghe, anche se presenti, o assimilarla ad una casa chiusa dove può avvenire di tutto. E ci tengo a precisare: ognuno è libero di vivere la propria sessualità in maniera libera ed indipendente.

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/07-11-20/06.spm

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...