Il presidente Barack Obama difende l’accordo bipartisan con i repubblicani
Alla Casa Bianca tira aria di tempesta in questo inizio di dicembre. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha difeso oggi in conferenza stampa l’accordo con i repubblicani sulla proroga ai tagli fiscali dell’era Bush, che scadranno il 31 dicembre. Ieri Obama aveva annunciato il raggiungimento di una “bozza di accordo bipartisan” sull’estensione dei tagli, che saranno prorogati per due anni anche per i cittadini benestanti, come volevano i repubblicani. “In cambio” il presidente Obama e i democratici hanno però chiesto il prolungamento per tredici mesi dell’assicurazione per i disoccupati e altri crediti fiscali.
Oggi Obama è intervenuto per placare le proteste dei democratici, i cui leader non hanno appoggiato l’accordo, definendo il piano “un buon accordo per il popolo americano” e ricordando di non avere altra scelta all’infuori di un compromesso per aiutare la classe media statunitense. “Guardate alle promesse che ho fatto durante la campagna elettorale”, ha dichiarato Obama con un velo d’emozione sul viso, “non c’è una sola cosa che non abbia fatto o che non abbia provato a fare. Quello che non ho ottenuto sto ancora provando a farlo”.
Nonostante si sia sempre opposto all’estensione dei tagli fiscali per i cittadini più ricchi, decisi dall’amministrazione Bush fra il 2001 e il 2003, il presidente ha spiegato di avere accettato il compromesso perché troppi americani avrebbero sofferto se non si fosse accordato con i repubblicani. “Non è un dibattito astratto”, ha puntualizzato, “si tratta di soldi veri di persone vere, che faranno una differenza reale nella vita delle persone che ci hanno eletto”.
“Non sono qua per fare giochi con gli americani”, ha spiegato Obama nel corso della sua conferenza stampa alla Casa Bianca, “o con la salute della nostra economia. Il mio lavoro è fare qualsiasi cosa per smuovere l’economia, il mio lavoro è fare qualsiasi cosa per spronare la creazione di posti di lavoro, il mio lavoro è difendere le famiglie di una middle class che sta combattendo per sopravvivere e degli americani che non hanno lavoro, senza che sia colpa loro”.
“In questo caso l’ostaggio era il popolo americano, e non volevo che fosse danneggiato”, si è difeso Obama, che è stato attaccato anche da Nancy Pelosi, leader democratico della Camera. Un accordo, ha detto Pelosi, “che aiuterebbe solo le 39.000 famiglie più ricche d’America, aggiungendo 25 miliardi di dollari al deficit”.
“Penso che questo accordo bipartisan sia la cosa giusta da fare”, aveva commentato anche ieri Obama. Non è della stessa opinione il New York Times, che questa mattina definisce l’accordo come una “vittoria dei repubblicani e della loro strategia dell’ostruzionismo e una deludente marcia indietro della Casa Bianca”. Secondo il quotidiano newyorkese sarebbe potuta finire in modo peggiore, “se i repubblicani avessero bloccato i benefit per i disoccupati, come minacciavano di fare”. Tuttavia, secondo l’editoriale, “il paese non può permettersi di sostenere i tagli fiscali per i ricchi a tempo indeterminato”.
“In un passaggio decisamente amaro”, continua il New York Times, “Obama ha anche specificato di aver accettato di tagliare le tasse di successione anche di più rispetto all’ultimo anno dell’amministrazione Bush. Questo non è un compromesso. E’ una capitolazione”, come ha ricordato anche Cnn durante tutta la mattina, quando ha mandato in onda un loop del presidente che prometteva di non estendere i tagli fiscali “per i benestanti”
Anche Katrina vanden Heuvel, opinionista liberal del Washington Post, oltre che direttore ed editore della rivista The Nation, baluardo della sinistra americana, si è dichiarata delusa dal presidente. “Ronald Reagan scherzò meravigliosamente dicendo di essere stato lasciato dal partito democratico prima che fosse lui a lasciarlo”, ha ricordato. “Come molti sostenitori progressisti di Barack Obama, sto cominciando ad avere la stessa sensazione riguardo questo presidente”.
“Si è inchinato ai repubblicani prorogando i tagli fiscali per i ricchi”, ha continuato vanden Heuvel, “in cambio (si spera) dell’estensione dell’assicurazione per i disoccupati e possibilmente del voto sul nuovo trattato START”, il trattato di non proliferazione firmato ad aprile con la Russia che dovrebbe ridurre le testate nucleari a 1.550 per ognuno dei due paesi. Il voto del Congresso prima delle vacanze di Natale è uno degli obiettivi principali del presidente Obama, che la settimana scorsa ha definito il trattato “assolutamente essenziale per la nostra sicurezza nazionale”. Per vanden Heuvel si tratta di “auto politica”.
Le critiche a Barack Obama non arrivano solo dalla stampa, ma anche dal suo partito, che oggi discuterà l’accordo. Secondo il senatore della Virginia Mark Warner, leader dei democratici di centro al Senato, il compromesso andrà a peggiorare il deficit degli Stati Uniti. “Un tipico approccio di Washington”, ha spiegato Warner con delusione. Il vicepresidente Joe Biden incontrerà oggi i senatori del suo partito per tentare di placare le critiche e creare un consenso intorno all’accordo.
“I tagli fiscali per la classe media sono tenuti in ostaggio dai repubblicani al Senato”, ha commentato il leader della maggioranza alla Camera, il democratico Steny Hoyer, puntualizzando di non gradire “alcuni dei punti del documento” e di avere “riserve sull’accordo”.
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