Des Moines. In Iowa oggi è il giorno del calcio d’inizio di queste primarie repubblicane. Dopo mesi di campagna elettorale in giro per gli Stati Uniti, i candidati negli ultimi giorni hanno battuto ogni angolo dello Stato per guadagnarsi quella manciata di voti in più che potrebbe risultare determinante. Des Moines è invasa dalle troupe televisive e parlando con la gente per strada si capisce l’incertezza dell’elettorato. Molti spiegano che prenderanno la decisione finale soltanto durante il caucus di stasera, alcuni fanno il nome di Ron Paul, il deputato texano che nelle ultime due settimane ha scalato i sondaggi raggiungendo la vetta. In giro nessuno nomina Mitt Romney, quello che è il grande favorito per la nomination repubblicana ma che non ha mai convinto la base conservatrice del partito, molto rappresentata in Iowa. Le poche volte che il nome dell’ex governatore del Massachusetts entra nei discorsi è accompagnato da smorfie di disappunto e scarsa convinzione. I sostenitori di Paul sono invece sicuri che stanotte arriverà una vittoria e in molti hanno raggiunto Des Moines da tutto il Midwest, e persino da Seattle, pur di dare il proprio contributo. Paul ha un pubblico giovane ed energetico. Fra i suoi volontari, molti studenti all’ultimo anno di college, alcuni dichiarano di aver votato Barack Obama nel 2008, ma di essere rimasti delusi. Nonostante gli elettori a Des Moines sembrino essere schierati in massa con Paul, per i sondaggi stasera sarà però una infuocata corsa a due con Mitt Romney. L’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, che ha fatto registrare una crescita verticale negli ultimi giorni, si candida a possibile sorpresa della serata e potrebbe ottenere un buon piazzamento, risultato incredibile fino a una settimana fa. L’ultimo sondaggio, pubblicato domenica da Public Policy Polling, vede infatti Ron Paul in testa, con Romney in seconda posizione e Santorum terzo, staccato di appena due punti percentuali dal deputato texano. Mentre Santorum punta forte sui conservatori sociali e sugli evangelici, Ron Paul negli ultimi giorni ha provato a dare un’immagine più compassata, soprattutto per allontanare l’ombra della destra razzista che si è allungata sulla sua campagna elettorale e che potrebbe pregiudicarne il risultato. Dopo le pesanti accuse degli ultimi giorni, il deputato ha passato il capodanno in Texas per poi tornare con tutta la famiglia in Iowa e sferrare l’attacco finale. Accompagnato dal figlio Rand, popolarissimo senatore del Kentucky e anima dei tea Party, ieri mattina Paul ha tenuto una serie di discorsi in giro per lo Stato, cominciando dalla ballroom del Marriott di Des Moines. Davanti a una folla superiore alle attese e anche a una scolaresca giunta in gita dall’Ohio, Paul ha attaccato duramente il governo federale, “che non dovrebbe interferire nella vita dei cittadini o negli affari interni di altri paesi”. Tutti sembrano credere nella vittoria di Paul, ma la formula del caucus, che si basa soprattutto su chi stasera avrà voglia di affrontare il freddo ed andare a votare, lascia tutti i discorsi aperti.

Libero, 3 gennaio 2012

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