New York. È arrivato Happier, il social network della felicità. Se Facebook, Twitter o Instagram sono aperti a ogni aspetto della vita dell’utente, finendo a volte per diventare un calderone di sfoghi, frustrazioni e rabbia, il nuovo social network lanciato lo scorso febbraio da una startup di Boston è invece dedicato esclusivamente alla condivisione di momenti di gioia. «È un po’ come quelle stazioni radio che trasmettono solamente canzoni d’amore», ha specificato il New York Times, secondo cui sulla piattaforma sono già stati condivisi un milione di pensieri felici da oltre 100.000 utenti.
PER DONNE – Happier – che per il momento può contare su un sito internet e una versione iOS – è rivolto in particolare alle donne americane fra i 18 e i 35 anni e vuole celebrare i piccoli momenti di gioia quotidiani attraverso foto, video e pensieri. È un social network di nicchia, dove si interagisce con i sorrisi e la negatività è bandita per regolamento. Nei piani della fondatrice Nataly Kogan c’è però l’idea di realizzare una società di telecomunicazioni e un marchio che «ispiri milioni di persone a essere più felici». Kogan, che si definisce il «chief happiness officer» del social network, è cresciuta in una famiglia ebraica in Unione Sovietica, un paese che non esita a definire «non particolarmente felice». Nel 1989, quando aveva 13 anni, la sua famiglia decise di sfuggire alle persecuzioni e scappare negli Stati Uniti. Dopo mesi passati nei campi profughi fra Austria e Italia, riuscirono infine a raggiungere a Detroit, dove trovarono alloggio in una casa popolare.
SOGNO AMERICANO – Arrivata negli Stati Uniti senza parlare una parola d’inglese, Kogan voleva a tutti i costi conquistare il sogno americano, che per lei significava guadagnare bene ed essere felice. Lavorò duramente per avere successo, arrivando infine a lanciare una serie di startup tecnologiche fra cui Where, che nel 2011 fu acquistata da PayPal per 135 milioni di dollari. Nei mesi immediatamente successivi a quell’acquisizione, però, si rese conto che non è il successo a fare la felicità. E così decise di impegnarsi in un progetto dedicato proprio alla ricerca di questo stato d’animo. Happier è nata così, grazie anche ai 2,4 milioni di dollari di finanziamenti che Kogan ha raccolto lo scorso anno da due società di venture capital, Resolute VC e Venrock. «Può sembrare folle, ma siamo qua per rendere più felici milioni di persone», ha specificato la fondatrice, che ha messo insieme un team di dodici persone per portare avanti il progetto. Per ora i momenti felici possono essere condivisi solamente fra amici, ma la prossima mossa è già pronta: l’1 agosto verrà lanciata infatti una nuova app dove gli status degli utenti saranno automaticamente condivisi con tutti. «Vedere cosa rende felici le altre persone è prezioso», ha specificato Kogan, «forse più che condividere la propria felicità».
Corriere della Sera, 26 luglio 2013