Resta alta la tensione fra Russia e Turchia, dopo l’abbattimento di un jet russo sul confine turco-siriano avvenuto la settimana scorsa. Questa mattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che il presidente Vladimir Putin non ha in programma di incontrare il suo omologo turco Recep Tayyp Erdogan a margine dei lavori della conferenza sul clima di Parigi, come espressamente richiesto da Ankara, ma parlerà invece con Barack Obama. Già la settimana scorsa Putin aveva rifiutato contatti con Erdogan, dopo la richiesta di un incontro da parte del governo turco. Nel frattempo i resti del pilota russo ucciso hanno lasciato questa mattina la capitale turca e sono diretti a Mosca: il rimpatrio ha seguito la cerimonia funebre militare a cui hanno partecipato l’ambasciatore russo e altri funzionari dell’esercito.

Sulla questione del jet è intervenuta in mattinata anche la Nato. «Tutti i Paesi della Nato sostengono in pieno il diritto della Turchia di difendere il proprio spazio aereo», ha assicurato da Bruxelles il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg nel corso di una conferenza stampa congiunta con il premier turco Ahmet Davutoglu, chiedendo però al governo di Ankara di allentare le tensioni e di evitare che si ripetano incidenti. «Non ci possiamo scusare per aver fatto il nostro dovere», ha ribattuto il premier turco, specificando che la difesa dello spazio aereo nazionale «è anche una questione di dignità». Davatoglu si è comunque detto pronto «a discutere con la Russia come evitare nuovi incidenti» e ha auspicato che Mosca possa «riconsiderare le sanzioni economiche imposte alla Turchia».

Tra le nuove sanzioni del Cremlino c’è anche il divieto imposto alle società russe di tesserare calciatori turchi durante il mercato di gennaio. A riferirlo è stato il ministro dello Sport russo Vitali Mutko, che è anche presidente della Federcacio. Nel decreto firmato da Putin è previsto infatti il divieto per i datori di lavoro russi di assumere cittadini turchi a partire dal primo gennaio. La Russia vieterà inoltre le principali importazioni di prodotti agricoli dalla Turchia e, se necessario, potrebbe estendere le sanzioni.

Corriere della Sera, 30 novembre 2015 (digital edition)

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