Sulla mascherina, per mesi, si è combattuta una guerra culturale negli Stati Uniti . Da una parte c’erano i democratici, disposti a sacrificare le libertà personali per limitare la diffusione del coronavirus; dall’altra gli ultraconservatori che si sono battuti per difenderle, perché su quelle libertà si fondano gli Stati Uniti: quella di lavorare, ma anche quella di muoversi o scegliere cosa indossare. A cominciare dalla mascherina appunto, diventata una dichiarazione di affiliazione politica. Fin dall’inizio della pandemia, in trincea con i secondi c’era il presidente Trump, che finora si era sempre rifiutato di indossarla perché, disse, «non si addice a un leader». Ecco un breve riassunto del mascherina-pensiero del presidente.
- 3 aprile: durante una conferenza stampa, Trump annuncia le nuove linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention che suggeriscono l’uso della mascherina, ma dichiara che lui non la indosserà. «Non penso che io lo farò», afferma.
- 5 maggio: Trump si rifiuta di indossare la mascherina durante la visita in una fabbrica che le produce, la Honeywell, in Arizona. Secondo un articolo dell’Associated Press, il presidente avrebbe detto ai suoi consiglieri di non voler «apparire ridicolo in televisione».
- 20/21 maggio: prima di una visita in una fabbrica Ford in Michigan, il procuratore generale dello Stato invita il presidente ad attenersi alle leggi e indossare la mascherina. Trump si rifiuta di farlo in pubblico — «Non è necessario, ho fatto il test», dice — ma poi viene fotografato all’interno dello stabilimento con la mascherina sul volto, come imposto dall’ad della casa automobilistica. «Non volevo dare alla stampa la soddisfazione di vedermi», dirà in seguito.
- 25 maggio: il presidente rilancia un tweet del giornalista di Fox News Brit Hume, in cui appare il rivale Joe Biden con indosso la mascherina alla sua prima uscita pubblica dopo il lockdown. «Questo potrebbe spiegare perché Trump non vuole indossare la mascherina in pubblico. Biden oggi». Tradotto: non vuole sembrare uno sfigato come il suo rivale.
- 26 maggio: durante una conferenza stampa nel giardino delle rose della Casa Bianca, Trump accusa un giornalista di Reuters con la mascherina sul volto di essere «politicamente corretto» e aggiunge: «Puoi toglierla? Non ti sento». Lui risponde: «Parlerò più forte».
- 28 maggio: il presidente condivide il tweet di un commentatore conservatore del sito The Federalist, per il quale l’obbligo di indossare la mascherina riflette «una cultura del silenzio, la schiavitù, la morte sociale». Nell’articolo si legge che la mascherina è antiamericana ed è «un segno dell’espansione senza limiti del Governo».
- 18 giugno: in un’intervista al Wall Street Journal, il presidente sostiene che alcuni americani indossino la mascherina non per proteggere se stessi e gli altri, ma per mostrare la propria disapprovazione nei suoi confronti.
- 11 luglio: durante una visita all’ospedale militare Walter Reed di Bethesda, Maryland, Trump indossa per la prima volta la mascherina in pubblico. «Mi piacciono le mascherine, quando le indossi nei luoghi appropriati», ha detto ai giornalisti presenti alla Casa Bianca prima dell’evento, spiegando che in un ospedale è meglio farlo.
Corriere della Sera, 13 luglio 2020 (Newsletter AmericaCina)