Il 29 settembre inizia la stagione dei dibattiti fra i candidati alla presidenza, il mese che conduce alle elezioni del 3 novembre. Al voto mancano 34 giorni, ma in una campagna elettorale deragliata a causa del coronavirus i quattro confronti televisivi del prossimo mese — tre fra Donald Trump e Joe Biden e uno fra i loro running mate, il vicepresidente Mike Pence e la senatrice della California Kamala Harris — saranno fra i pochi momenti pubblici in grado di cambiare l’andamento di queste presidenziali. A differenza degli altri anni ci sarà un solo moderatore per dibattito, ma come sempre inizieranno alle 21 americane (le 3 di notte in Italia) e dureranno un’ora e mezza, durante la quale i due candidati si affronteranno su una serie di argomenti prestabiliti scelti dal moderatore. In ballo, ovviamente, c’è la Casa Bianca:
• Trump, 74 anni, è indietro nei sondaggi e ha una buona chance per recuperare. Attaccando «Joe il dormiglione» sulla sua tenuta psicologica e mentale, però, ha abbassato parecchio l’asticella per il suo sfidante;
• Biden, 77 anni, deve evitare le sue proverbiali gaffe, ma soprattutto dimostrare di poter reggere fisicamente il dibattito e, di conseguenza, la presidenza.
I due sfidanti si stanno preparando, ognuno secondo il proprio stile. L’ex vicepresidente è al lavoro da giorni e sta effettuando come da tradizione finti dibattiti con Bob Bauer, ex funzionario della Casa Bianca di Obama e quest’anno consigliere della sua campagna elettorale: Bauer sta interpretando la parte di Trump, provando a prevederne la strategia e lo stile aggressivo. «Sono pronto a portare avanti la mia causa, spiegando perché ritengo che abbia fallito e io invece abbia le risposte per il popolo americano», ha affermato Biden, sostenendo che il presidente sia un «bugiardo» e paragonandolo a «una sorta di Joseph Goebbels», il ministro della propaganda di Hitler. Per questo, dice, proverà a fare fact-checking dal podio.
Trump ha invece preferito evitare le prove, ma si sta preparando con delle schede e guardando video: domenica ha spiegato che l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie gli stanno dando una mano. «Non abbiamo avuto molto tempo», ha chiarito ai giornalisti, ricordando che quattro anni fa sconfisse Hillary Clinton senza prepararsi granché. «A volte si esagera con queste cose», ha spiegato, notando che, a differenza di Biden, lui risponde ogni giorno a parecchie domande dei giornalisti accreditati alla Casa Bianca. Da tempo, però, sostiene che sia necessario effettuare un test antidroga prima del dibattito: secondo lui, infatti, Biden non sarebbe in grado di reggere un’ora e mezza di dibattito senza «aiuti».
È raro che i dibattiti cambino il corso delle elezioni, eppure è successo già nel primo confronto televisivo della storia: quello del 26 settembre 1960 a Chicago fra John Kennedy e Richard Nixon. A chi lo seguiva in televisione il giovane senatore democratico del Massachusetts, all’epoca aveva 43 anni, appariva abbronzato e rilassato, mentre il vice di Dwight Eisenhower sudava e indossava un abito chiaro, colore sbagliato che lo faceva confondere con lo sfondo e sembrare malato: per i 70 milioni di telespettatori fu un trionfo di Kennedy, ma per chi seguì il confronto in radio l’affermazione fu meno netta. Nel 1980 l’ex attore Ronald Reagan s’impose con grande abilità contro il presidente Jimmy Carter, concludendo il dibattito con una domanda agli elettori entrata nella storia della politica americana: «State meglio oggi di come stavate quattro anni fa?». La risposta — no — arrivò a novembre, a valanga.
Quattro anni dopo Reagan incespicò nel primo dibattito contro lo sfidante democratico Walter Mondale, rispetto al quale appariva anziano e confuso. Nel secondo confronto, arrivo la domanda sull’età e lui rispose: «Non sfrutterò per motivi politici la giovinezza e l’inesperienza del mio sfidante». Sarebbe rimasto lo stesso alla Casa Bianca, ma così mise il punto esclamativo sulla vittoria. Bill Clinton, dodici anni più tardi, sfruttò la carta dell’età a suo favore contro il 73enne Bob Dole: «Non penso che il senatore Dole sia troppo vecchio per diventare presidente», disse l’allora 46enne governatore dell’Arkansas. «Metto in dubbio la vecchiaia delle sue idee». Nel 2012, la strada di Obama per la rielezione fu spianata invece da una gaffe di Mitt Romney: per dimostrare di aver assunto molte donne quando era governatore del Massachusetts disse che aveva «raccoglitori pieni di donne»: doveva essere uno slogan delle sue politiche inclusive, invece le fece passare per figurine e ottenne una figuraccia memorabile, divenuta un meme prima ancora della fine del dibattito.
Questo è il calendario dei quattro dibattiti
29 settembre: Cleveland, Ohio
Trump contro Biden. Il moderatore sarà Chris Wallace, conduttore di Fox News Sunday che aveva fatto da arbitro anche in uno dei dibattiti fra Trump e Hillary Clinton nel 2016. Molto rispettato, specie dopo l’intervista con cui a luglio ha messo in difficoltà Trump sulla gestione della pandemia, Wallace ha scelto di soffermarsi su 6 argomenti, ai quali verranno dedicati segmenti di 15 minuti:
• la carriera politica dei due sfidanti, un vecchio leone di Washington e un outsider arrivato alla Casa Bianca per «drenare la palude»;
• la Corte Suprema, diventata un tema incandescente dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg;
• la pandemia, sulla cui gestione ci sono state grandi polemiche;
• l’economia, che doveva essere il punto forte della campagna per la rielezione di Trump ma è collassata sotto i colpi del coronavirus;
• le proteste e le rivolte per la giustizia sociale, che vanno avanti da maggio in tutti gli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd;
• il corretto svolgimento di questa elezione, che Trump ha più volte messo in dubbio.
Entrambi i candidati avranno due minuti per rispondere alla domanda iniziale di ogni segmento, poi potranno iniziare il dibattimento: Wallace non farà fact-checking sulle dichiarazioni degli sfidanti, annuncio che ha creato polemiche nelle ore precedenti al fischio d’inizio. «Sarebbe un lavoro faticosissimo e ruberebbe tempo, ha spiegato, cercherò di essere il più invisibile possibile», ha spiegato Wallace. In sala saranno presenti, probabilmente, fra i 60 e i 70 spettatori: molto meno del solito.
Dove guardarlo in Italia: il dibattito si potrà seguire su SkyTg24 (canale 100, oppure 50 del digitale terreste) a partire dalle 2.30 del mattino, con Renato Coen che discuterà con i suoi ospiti prima e dopo il confronto televisivo; su La7, dove Enrico Mentana seguirà in diretta con alcuni ospiti il confronto a partire dall’1 di notte; sul canale YouTube della rete americana C-Span.
7 ottobre: Salt Lake City, Utah
Pence contro Harris. Il moderatore sarà Susan Page, capo della redazione di Washington di Usa Today. Gli argomenti del dibattito saranno annunciati una settimana prima, ma saranno 9: a ognuno saranno dedicati 10 minuti di dibattito.
15 ottobre: Miami, Florida
Trump contro Biden. Il moderatore sarà Steve Scully, capo della redazione politica della rete televisiva C-Span. In questo caso lo svolgimento sarà diverso dagli altri, in stile town hall meeting: a fare le domande saranno gli elettori indecisi della Florida meridionale, con Scully che avrà a disposizione un minuto ogni volta per stimolare il dibattito fra i candidati. Le domande riguarderanno comunque una lista prestabilita di argomenti, annunciati 7 giorni prima.
22 ottobre: Nashville, Tennessee
Trump contro Biden. Il moderatore dello scontro finale sarà Kristen Welker, corrispondente dalla Casa Bianca di Nbc News e conduttrice del programma Weekend Today, seconda donna nera a fare da arbitro nella storia dei dibattiti. Anche in questo caso gli argomenti saranno annunciati una settimana prima, ma saranno 6 come nel primo dibattito e saranno discussi per 15 minuti l’uno.
Corriere della Sera, 29 settembre 2020