La musica country sta avendo una crisi d’identità, o quanto meno soffre di un disturbo bipolare. Da un lato persiste lo stereotipo che ritiene tutti i fan del genere ardenti conservatori che vivono in cittadine del Sud o del Midwest, scrive il Washington Post, ma dall’altro cominciano a emergere appassionati in tutto il resto del Paese, in particolare sulle coste, che hanno background differenti e che provano un po’ di disagio per il mondo «troppo bianco del country» o per le focose dichiarazioni partigiane di alcuni musicisti. L’ultimo è stato Jason Aldean, superstar sopravvissuta alla strage dell’Harvest Festival nel 2017, che nelle ultime settimane ha aizzato i suoi 3,5 milioni di fan su Instagram contro il presidente Joe Biden e contro l’obbligo vaccinale imposto nelle scuole dal governatore democratico della California Gavin Newsom. «La gente dovrebbe far sentire la propria voce», ha scritto Aldean, rifiutando di scusarsi «per le mie convinzioni, per l’amore per la mia famiglia e il mio Paese».
Questa retorica divisiva ha spiazzato molti fan moderati, che ora si domandano se valga la pena «sostenere gente che fa più male che bene», come ha sintetizzato al quotidiano Gina Maria Urizar, una donna di San Jose che segue la musica country da trent’anni e che si definisce «al centro dello spettro politico»: in un’epoca segnata da una invalicabile barricata ideologica, del resto, i fan cominciano a chiedersi se valga la pena associarsi a performer di cui non sostengono i principi morali, e alcuni hanno preso le distanze dal genere dopo le elezioni del 2016 che hanno scavato un solco profondo nel Paese. «Mi manca la musica», ha spiegato Jackie, una donna di San Diego che preferisce restare anonima, «ma cerco di scegliere responsabilmente i media a cui lascio spazio nel mio cervello».
Se alcune star come i Brothers Osborne, Tim McGraw e Faith Hill non hanno nascosto le proprie idee liberal o il fatto di aver effettuato donazioni per la campagna di Biden, della maggior parte dei musicisti è spiccato il silenzio durante le proteste che hanno seguito l’omicidio di George Floyd lo scorso anno, ma anche le violazioni dei protocolli sanitari durante la pandemia o gli scandali, come quello che ha coinvolto la stella Morgan Wallen, registrato in video mentre usava la famigerata parola che comincia per «N» e che ha subito soltanto leggere conseguenze. Un raro tentativo di incentivare la diversità è stato portato avanti dal network Cmt, che ieri sera durante lo speciale Artists of the Year ha reso omaggio a Kane Brown e Mickey Guyton, due dei pochi artisti di colore che firmati con le case discografiche di Nashville.
Corriere della Sera, 14 ottobre 2021 (newsletter AmericaCina)