La grande sorpresa di questa tornata elettorale si è verificata in New Jersey, dove il camionista repubblicano Edward Durr ha sconfitto il presidente del Senato Steve Sweeney, uno dei democratici più potenti dell’intero Stato. Lo avevano segnalato nei giorni scorsi, ma nel weekend la vittoria di Durr è diventata reale: pur non avendo mai detenuto incarichi pubblici, Durr ha superato Sweeney — che era in Senato da 20 anni e da 11 ne era presidente — di 2.200 voti circa, 32.497 a 30.268, ottenendo il 52% delle preferenze. Per la carriera di Sweeney, che già stava considerando di candidarsi a governatore fra 4 anni, è una sconfitta devastante. Per quella di Durr, che da 25 anni guidava il camion sulle strade americane, è un’inizio fragoroso: è un po’ come restaurare una vecchia Mustang arrugginita del 1964 che marcisce in giardino, aveva detto durante la campagna, ma il New Jersey, come l’automobile, ha una buona ossatura e una struttura solida. «Ha solo bisogno di qualcuno che mostri un po’ di Tlc, tender loving care», sosteneva. Cura, attenzioni e premura.
La storia antisistema e populista di Durr ricorda un po’ quella di Alexandria Ocasio-Cortez, che lasciò il lavoro di barista e riuscì a sconfiggere uno dei democratici più potenti d’America, ma la trama di questo «miracolo» della politica si svolge dall’altro lato del corridoio politico: e così al posto della giovane donne figlia di immigrati c’è il camionista di 58 anni «blue collar» e arrabbiato che si batte contro le tasse e ha deciso di candidarsi quando gli hanno negato il porto d’armi.«Ho la bocca larga, non so stare zitto: mi sentiranno», ha affermato dopo la vittoria, ma non ha fatto in tempo a festeggiare che sono emersi i primi problemi. Intanto non è vero che ha speso 153 dollari per la campagna elettorale, come si diceva: insieme ad altri due candidati ha raccolto 17.400 dollari e ne ha spesi 2.300, comunque molto meno del suo avversario, secondo Politico New Jersey addirittura un centesimo di quanto ha investito Sweeney per essere rieletto.
Qualche ora dopo il trionfo, inoltre, il senatore-eletto è stato subito invitato a dimettersi a causa di vecchi post pubblicati sui social media, in cui attaccava i musulmani, dava del pedofilo a Maometto, sosteneva che l’Islam fosse una «falsa religione», appoggiava le teorie cospirative di QAnon e difendeva gli aggressori del 6 gennaio. Insomma, tutta la retorica della destra alternativa, per la quale Durr si è scusato: ha detto di essere «un tipo passionale» e che per questo nella foga a volte gli sfuggono certe cose, ma non intendeva offendere nessuno e anzi sostiene il diritto di culto di tutti. Poi, quando Fox News gli ha chiesto quale sarebbe stata la sua prima mossa in parlamento a Trenton, ha risposto semplicemente: «Ah, proprio non lo so. Questo è il fattore chiave. Imparerò ciò che c’è da sapere».
Corriere della Sera, 8 novembre 2021 (newsletter AmericaCina)