Se c’è un campo in cui i Democratici rischiano di perdere davvero la presa sull’elettorato americano, è quello delle scuole. Le battaglie per l’uguaglianza razziale e la Critical Race Theory — una dottrina accademica degli anni Settanta che rilegge la Storia americana attraverso gli effetti del razzismo — spaventa infatti i genitori delle aree suburbane, una definizione che sottintende la razza, bianca: non solo quelli conservatori, che fanno campagna aperta contro la dottrina sostenendo che abbia origini marxiste e che l’obiettivo di far credere ai bianchi di essere naturalmente razzisti, ma anche quelli democratici che non vogliono che i propri figli crescano con la consapevolezza di vivere in un Paese fondato sulla discriminazione sistemica. Ne sanno qualcosa in Virginia, dove il neogovernatore repubblicano Glenn Youngkin ha prestato giuramento sabato firmando 11 ordini esecutivi, fra cui quello uno che proibisce l’insegnamento della Critical Race Theory nelle scuole (e un altro che rende le mascherine non obbligatorie nelle aule).
Ora, in Florida, il governatore repubblicano Ron DeSantis, aspirante candidato alla presidenza, sta spingendo per l’approvazione di una legge che vieta alle scuole e alle aziende private di «far sentire a disagio» i bianchi riguardo al passato razzista della nazione. «Un individuo, a causa della sua razza o del suo sesso, non ha la responsabilità delle azioni commesse in passato da altri membri della stessa razza o sesso», recita la legge, denominata «Individual Freedom», ovvero libertà individuali, che nelle intenzioni del suo firmatario, il senatore repubblicano Manny Diaz, non vuole ignorare i lati oscuri della storia americana, quanto assicurarsi che non ci siano persone che paghino le conseguenze di errori passati.
I Democratici si oppongono, sostenendo che la legge non sia necessaria e chiedendo esempi concreti di insegnanti o datori di lavoro che hanno fatto sentire razzisti i propri studenti o dipendenti, ma ieri la commissione istruzione del Senato statale — primo passo verso l’approvazione — ha votato a favore della legge che, pur non menzionandola apertamente, manda un messaggio ai detrattori della Critical Race Theory. Un mese fa, del resto, DeSantis aveva definito la teoria accademica «una stronzata» e aveva annunciato—– citando furbescamente le parole di Martin Luther King: «Non voglio che le persone siano giudicate per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere» — che avrebbe dato a genitori e dipendenti il potere di agire legalmente nel caso ne fossero stati soggetti a scuola o al lavoro.
Corriere della Sera, 19 gennaio 2022 (newsletter AmericaCina)