Un allarme bomba ha portato ieri alla chiusura di almeno 17 college e università afroamericani per la seconda volta in due giorni, la terza dall’inizio dell’anno: fra questi anche Howard University di Washington, quella in cui si è laureata a vicepresidente Kamala Harris. «La questione è allarmante», ha commentato ieri la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, spiegando che il presidente Biden è a conoscenza delle minacce e che l’amministrazione è in contatto con le agenzie che si stanno occupando della questione. È intervenuta anche la speaker della Camera Nancy Pelosi: «È particolarmente sconvolgente che queste minacce arrivino durante il Black History Month, quando non solo celebriamo gli immensi contributi dei neri americani, ma ricordiamo anche la violenza che tanti hanno dovuto sopportare per assicurarsi i diritti civili e di voto».
La polizia non ha rilevato alcun ordigno e le lezioni riprenderanno regolarmente oggi, ma istituzioni scolastiche e studenti si sentono nel mirino, come ha chiarito al New York Times Anieya Green, una studentessa 19enne della Xavier University di New Orleans. «Queste minacce non sono credibili, ma prosciugano le risorse istituzionali e municipali e sono un carico psicologico non necessario per individui che cercano di imparare e lavorare nel nostro campus», ha commentato il capo della polizia della Howard, Marcus Lyles.
Anche gli studenti della University of California di Los Angeles sono stati costretti ieri a fare lezione da remoto per «eccesso di cautela», dopo che un ex lettore dell’ateneo aveva inviato ad alcuni membri del corpo docente un video in cui minacciava una sparatoria di massa. L’uomo, Matthew Harris, un ex ricercatore a cui era stata ritirata la borsa per il post dottorato in filosofia per problemi comportamentali, aveva già minacciato di uccidere una professoressa lo scorso anno, svelando il suo piano in due email inviate alle madre in cui affermava di voler punire la donna che lo aveva «fatto diventare schizofrenico». Harris è stato arrestato ieri mattina a Boulder, in Colorado, dopo esserci barricato per tre ore nel suo appartamento. «Le minacce di ieri sono state spaventose per molti di noi, e hanno fatto sentire vulnerabile la nostra comunità in un momento già difficile», ha commentato la vicerettrice di Ucla, Suzanne Seplow.
La giornata nera delle scuole americane non si limita però a queste minacce sventate. In Minnesota uno studente è rimasto ucciso nel corso di una sparatoria avvenuta ieri mattina davanti alla South Education Center di Richfield, una scuola per ragazzi bisognosi di assistenza, mentre un compagno è ricoverato in condizioni critiche: la polizia ha messo in lockdown diverse scuole della zona e, qualche ora dopo, ha arrestato due persone sospette. In Virginia, invece, due guardie di sicurezza sono state uccise al Bridgewater College nel pomeriggio: gli agenti erano stati chiamati per identificare una persona sospetta ma l’uomo ha aperto il fuoco, uccidendoli. L’aggressore – il 27enne Alexander Wyatt Campbell – è fuggito attraverso un fiume ed è stato arrestato mezz’ora dopo su un isolotto, ha chiarito la portavoce della polizia locale Corinne Geller, «al termine di un’enorme operazione di ricerca».
Corriere della Sera, 2 febbraio 2022 (newsletter AmericaCina)