Il taccuino militare è dedicato al fronte internazionale, aspetto cruciale e legato alle grandi manovre diplomatiche dei contendenti sostenuti dai rispettivi amici.

Il ruolo dell’Iran

La Russia sta per lanciare un satellite spia per conto dell’Iran. Solo che — rivela il Washington Post — sarà usato per un certo periodo dai russi per scopi militari. Probabile che la sua area d’attenzione sarà l’Ucraina. A portarlo in orbita un vettore Soyuz che userà la «rampa» del centro spaziale di Baykonur, Kazakistan. Un segno ulteriore della collaborazione tra i due alleati, dopo le notizie sul possibile arrivo di droni iraniani sul campo di battaglia. È interessante sottolineare a riguardo come dagli Stati Uniti siano più intense le indiscrezioni sull’asse Mosca-Teheran, un riflesso anche della partita sul nucleare. È un gioco di sponda che tiene insieme tutto. E non solo perché lo vogliono gli americani.

Aiuti occidentali

Ancora a proposito di droni. Il Giappone invierà uno stock di velivoli a Kiev, mezzi per la sorveglianza e la ricognizione. Nel pacchetto di aiuti vi saranno anche dei veicoli per l’esercito. Altro messaggio dal Canada, uno dei Paesi più decisi nel sostenere la resistenza. Il governo ha annunciato la partenza di circa 225 soldati alla volta della Gran Bretagna, qui si occuperanno dell’addestramento degli ucraini. La Nato ha intensificato in questi ultimi mesi la preparazione delle truppe di Zelensky in una serie di Paesi, tra questi la Polonia, la retrovia più importante. E infatti per aumentare lo scudo è arrivata nella base di Lansk una formazione di caccia F-22 statunitensi. La Macedonia del Nord, invece, ha ceduto 4 suoi aerei d’attacco al suolo Su-25, li aveva comprati da Kiev nel lontano 2001. Un gesto di solidarietà.

Potere di veto

Washington avrebbe una sorta di potere di veto sui target dei lanciarazzi a lungo raggio Himars spediti agli ucraini. L’ipotesi nasce dalle dichiarazioni rilasciate dal numero due dell’intelligence, generale Vadym Skibitsky, al Daily Telegraph. Secondo l’alto ufficiale, gli Usa forniscono informazioni precise per aiutare i tiri ma vi sarebbero anche consultazioni che permetterebbero di evitare certi bersagli. Il veto non è citato in modo esplicito, tuttavia — stando ad alcune interpretazioni — esiste. Andando oltre il caso specifico, è noto che la Casa Bianca ha posto, per ora, dei paletti agli obiettivi bellici. Il ritardo nella fornitura degli Himars (e anche della quantità) è stato spiegato proprio con la volontà di non rendere ancora più tesi i rapporti con Mosca, stessa motivazione per il mancato invio di munizionamento con una gittata di 300 chilometri per il timore di azioni sul territorio russo. Le prudenze, però, non hanno impedito al Cremlino di usare la presenza di sistemi con grandi capacità in mano avversaria per denunciare il «coinvolgimento diretto» dell’America nel conflitto. Un’annotazione finale. È stato detto dagli esperti che gli Himars non sono certo l’arma capace di cambiare da sola in modo drastico il quadro bellico: è normale che sia così, tuttavia hanno avuto un impatto sulle operazioni e sono diventati un tema «politico». Gli ucraini ne hanno enfatizzato l’efficacia con una narrazione continua, i russi l’hanno confermata facendo eco al nemico.

Corriere della Sera, 5 agosto 2022

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