Propaganda, «nebbia», mascheramenti avvolgono l’offensiva dell’Ucraina nella regione di Kherson. Sul nostro taccuino sette punti.
Primo. L’azione è rilevante soprattutto per Kiev. Deve dimostrare di avere la capacità non solo difendersi come ha fatto con efficacia fino ad oggi ma anche di poter lanciare manovre coordinate. Gli osservatori si chiedono se l’obiettivo sia la riconquista di territori o l’indebolimento dello schieramento degli occupanti. Quella di Zelensky è una scommessa rischiosa?
Secondo. Gli eventuali successi sarebbero la prova che con l’adeguata preparazione e il materiale militare garantito dall’Occidente la resistenza può guardare con maggiore fiducia ad un inverno difficile. Infatti la Nato sta modulando la sua assistenza nel medio-lungo termine: dall’addestramento alle forniture. La Casa Bianca è pronta ad annunciare l’ennesimo «pacchetto» di equipaggiamenti. È chiaro che rovesci pesanti darebbero vigore a quanti in campo occidentale nutrono dubbi su un proseguimento massiccio degli aiuti.
Terzo. L’arrivo dei lanciarazzi a lungo raggio Himars e di artiglierie più potenti hanno ridotto il vantaggio degli invasori che, comunque, hanno sempre scorte dove attingere. Il tiro continuo con il quale gli ucraini hanno distrutto depositi e creato ostacoli alle comunicazioni in Crimea è il segnale di una preparazione adeguata, di buona intelligence, di iniziativa. Vedremo se sarà sufficiente per favorire l’avanzata — indispensabile e costosa in termini di vite — della fanteria.
Quarto. Esiste la componente politica. L’Ucraina contrasta sul terreno il fatto compiuto imposto dal Cremlino e non accetta decurtazioni alla sua sovranità. Messaggio interno ed esterno.
Quinto. Mosca, che ha ridimensionato le ambizioni ma continua a tenere in scacco una parte del paese avversario, deve «tenere» le posizioni infliggendo perdite alla resistenza in modo da frustarne i progetti futuri. L’Armata, nonostante la superiorità, ha incontrato difficoltà inaspettate e sconfitte.
Sesto. Le operazioni belliche hanno i loro tempi, le vittorie non si misurano con la conta di villaggi liberati, esistono fasi e capovolgimenti. Si apre dunque uno spazio riempito da informazioni inverificabili anche per gli specialisti più attenti. Il fronte è troppo lontano da occhi indipendenti.
Settimo. È un aspetto collegato in modo indiretto. Il generale Eberhard Zorn, numero uno della Difesa tedesca, ha messo in guardia i partner. La Russia ha le forze — se dovesse decidere di agire — per aprire un secondo teatro di guerra oltre a quello in Ucraina, il suo apparato non va sottovalutato nell’invasione ha impegnato solo una parte del suo dispositivo.
Corriere della Sera, 31 agosto 2022