L’azione ucraina va in profondità sul terreno «convenzionale» con le proprie unità, e colpisce alle spalle il nemico usando le operazioni coperte.

Le uccisioni

In poche ore ci sono stati due attacchi pesanti. Un ordigno ha ucciso il procuratore generale dell’autoproclamata repubblica del Lugansk mentre era nel suo ufficio, insieme alla sua vice. Qualche ora dopo sono stati eliminati due funzionari, marito e moglie, a Berdyansk: ricoprivano ruoli amministrativi nelle zone occupate, la donna dirigeva la commissione elettorale incarica di preparare il referendum per l’annessione. Sono incursioni condotte da sabotatori e partigiani, parte di una strategia pianificata per destabilizzare le zone tenute dagli invasori. Gli episodi sono molti, con modus operandi differenti, a sottolineare l’esistenza di rete clandestina in cui muovono team delle forze speciali, resistenti civili, elementi capaci di sorprendere. E l’effetto psicologico aumenta perché si aggiunge alla pressione bellica tradizionale (manovre, bombardamenti).

I nuovi aiuti americani

Washington, intanto, vara altri aiuti ma non include i razzi a lungo raggio. Nel pacchetto ci sono missili per gli Himars, proiettili di precisione da 155 millimetri (gittata 24-70 chilometri), 35 mila munizioni per cannoni da 105 (12 chilometri), equipaggiamento invernale, mine, mezzi per la logistica, sistemi anti-drone, visori notturni, mine. È materiale che deve garantire fuoco e agilità alla resistenza, tattica usata per sfondare nel settore di Kharkiv. I generali di Zelensky vorrebbero gli Atacms, ordigni lanciabili dagli Himars e in grado di centrare target a 300 chilometri di distanza. La Casa Bianca, però, continua ad essere contraria. Almeno per il momento. Due le ragioni: la prima è che il Cremlino considera tale scenario come un atto di guerra, un coinvolgimento diretto statunitense; la seconda è che l’Ucraina — spiega chi giustifica la scelta moderata — non ne avrebbe bisogno, gli sviluppi sul terreno hanno dimostrato che l’arsenale a disposizione è sufficiente. Non sono d’accordo alcuni esperti che da mesi ne sollecitano l’invio ritenendo che potrebbero davvero incidere. Kiev, nella speranza di convincere la Nato, ha più volte promesso che non avrebbe usato armi a lungo raggio sul territorio russo (situazione temuta), tuttavia in un conflitto è difficile mantenere gli impegni. Specie se l’Armata dovesse continuare a distruggere infrastrutture civili, come dighe e centrali elettriche.

Le scorte

Il Pentagono ha messo a punto un piano per creare scorte dopo che ha spedito quantità massicce di armamenti all’Ucraina. Dalla fine di febbraio ha garantito agli ucraini circa 807 mila proiettili da 155 mm e 144 mila per i pezzi da 105 mm, a questi si aggiungono gli ordigni degli Himars. Uno sforzo che ha messo in allarme il Congresso e i generali che vedono assottigliarsi le riserve nei depositi. Da qui fondi, aumento di produzione e pianificazione per duplicare o triplicare le scorte. Rientra nell’agenda un contratto per 1.800 Javelin anti-tank, sempre destinati alle esigenze «nazionali». In questo gigantesco mercato sembra realizzarsi, dopo tanti annunci, l’intesa tra Germania e Grecia: i tedeschi danno ad Atene i blindati Marders e i greci consegnano una quarantina di mezzi più vecchi (Bmp1) all’Ucraina. I lituani assicurano a loro volta la manutenzione di lunghi calibri mentre i finlandesi hanno spedito dei loro corazzati.

Avvisi

L’assistenza poderosa — siamo a oltre 15 miliardi di dollari — in favore dell’esercito di Zelensky è bilanciata dai continui richiami alla realtà. Gli ufficiali americani non sminuiscono le vittorie dell’Ucraina, concordano sui problemi degli invasori, tuttavia si attendono combattimenti feroci in un futuro vicino e lo dichiarano ai media in modo martellante. Perché tutti comprendano.

Corriere della Sera, 16 settembre 2022

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...