La caccia ai «ragazzi venuti dal Brasile» continua. Uomini e donne mandati in Europa dai servizi russi facendosi passare per latino-americani o comunque originari di Paesi insospettabili. Gli ultimi «pesciolini» sono finiti nella rete in Slovenia il 5 dicembre, mentre sono emersi sviluppi investigativi in Germania e Austria. Prove di un duello ampio in parallelo alla crisi ucraina.

La coppia

Lui ha detto di chiamarsi Ludwig Gisch, lei Maria Rosa Mayer Munos. La coppia era arrivata alcuni anni fa dall’Argentina con due figli e si era stabilita sul territorio sloveno, a Crnuce, per svolgere attività economiche multiple. Una galleria d’arte, organizzazioni di eventi, una società che si occupa di tecnologia, vendita di case. Lo schermo dietro il quale — secondo l’accusa — hanno celato la missione primaria: spiare. Presenti sui social, con i bilanci delle ditte in regola, hanno mantenuto rapporti all’estero, in particolare Maria, da Londra a Edimburgo. Per gli investigatori era la classica coppia di «dormienti», protetta da una falsa identità, elementi dal profilo basso e l’esistenza tranquilla al fine di non compiere errori.

Ludwig parla il tedesco, Maria si esprime in spagnolo dovendo rinforzare la tesi di una sua origine argentina. Possibile che sia davvero di Baires oppure è la «leggenda» che i superiori le hanno detto di narrare al fine di confondere le carte. Il riferimento al Sud America ha riportato a casi esplosi durante gli ultimi mesi. Il finto brasiliano che ha cercato di entrare in Olanda, un ricercatore che ha operato a lungo in Norvegia sostenendo sempre di essere brasiliano, la «russo-peruviana» Adela mandata a Napoli per intrufolarsi negli ambienti vicini al comando Nato.

Modus operandi usato anche dai membri del network smascherato dall’Fbi negli Usa nel 2010, quelli che hanno ispirato la serie tv The Americans. Nati in Russia, hanno indossato altri «abiti» al solo scopo di trovare fonti, costituire contatti, reperire informazioni. È necessario avere un lavoro, risorse autonome, gesti quotidiani di una famiglia qualsiasi. La legalità è la miglior amica degli «illegali», come sono definiti in gergo gli infiltrati dalla doppia vita. In queste ore gli sloveni sono alla ricerca di eventuali complici e un cittadino locale è sotto esame anche se non è scattato l’arresto, una posizione da valutare.

Il corriere

Notizie interessanti arrivano anche dalla Germania. Arthur E, commerciante tedesco d’origine russa, fermato il 26 gennaio al suo rientro da un viaggio a Miami, ha ammesso di aver passato dati all’intelligence russa, l’Fsb. Lo avrebbe fatto come corriere di Carsten L, l’alto funzionario della sicurezza (Bnd) in Germania arrestato alla fine di dicembre perché sospettato di essere una talpa di Mosca. Arthur ha fornito a Mosca informazioni sul conflitto in Ucraina ma, stando alla sua versione, all’inizio pensava di agire per conto del suo Paese e solo dopo ha compreso chi erano i veri committenti. Lo hanno ingannato con un metodo usuale o è una debole bugia? Non è ancora chiaro quanto siano profondi i danni causati da Carsten, personalità frustrata e con simpatie di estrema destra: per i media aveva accesso a materiale ottenuto dalle intercettazioni, una breccia grave che coinvolgerebbe partner Nato.

Le espulsioni

Vienna, come Berlino e ora Budapest, è una delle arene storiche dello spionaggio. Lo era all’epoca della Guerra Fredda, lo è ancora oggi. Molti gli episodi avvenuti in questi anni, vicende legate al Medio Oriente e al conflitto ceceno, in seguito problemi per gli apparati e gli inevitabili riflessi dell’invasione. Il governo ha decretato giovedì l’espulsione di 4 diplomatici russi, misura giustificata dalla ben nota formula: hanno mantenuto una condotta non compatibile con la loro carica ufficiale, ossia si sono dedicati ad altro. Accusa implicita e indiretta di spionaggio. Il 19 dicembre era stata annunciata l’apertura di un’indagine su un greco, figlio di ex funzionario di Mosca. Protagonista di molti viaggi, ha destato l’attenzione degli investigatori che non hanno escluso all’epoca azioni in favore del Gru, il servizio militare russo.

Corriere della Sera, 2 febbraio 2023 (pag 10 del 3 febbraio)

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...