C’è una battaglia in corso nell’arena «più famosa del mondo», una disputa legale, politica e tecnologica che si combatte sul Madison Square Garden di New York. Il bizzoso proprietario dell’impianto James Dolan, presidente della Madison Square Garden Sports che gestisce anche i New York Knicks di basket e i Rangers di hockey, ha deciso di adottare un software di riconoscimento facciale per impedire l’accesso al Garden agli avvocati impegnati nei numerosi procedimenti giudiziari che coinvolgono le sue aziende. «È un uso distopico del software», ha commentato uno dei legali che si sono visti negare l’accesso all’arena, dove si tengono anche concerti ed eventi dal vivo, mentre un altro ha raccontato di essere stato fermato mentre portava la figlia di 9 anni a vedere lo spettacolo di Natale al Radio City Music Hall, sempre di sua proprietà.

Miliardario, erede di un colosso della tv via cavo — l’anziano padre Charles ha fondato Cablevision e Hbo — e monarca assoluto del basket newyorkese da un quarto di secolo, Dolan, 67 anni, è una sorta di Zamparini, o Gaucci, dello sport americano. Personalità litigiosa, mangia allenatori, è celebre soprattutto per le scelte bizzarre e i risultati mediocri che si susseguono anno dopo anno. Al punto che i Knicks sono, forse al pari della metropolitana cittadina, motivo di enorme frustrazione per i newyorkesi e un gancio per i politici impegnati in campagna elettorale: Andrew Yang, in corsa per la poltrona di sindaco, disse che lo avrebbe obbligato a vendere, se fosse stato eletto.

Nel tempo, le celebri faide di Dolan sono passate dagli uffici del Garden alle aule dei tribunali newyorkesi, e questo lo ha spinto — fedele al suo spirito combattivo — a usare il software per scoraggiare gli avvocati dei suoi rivali. La decisione sta ovviamente scatenando molte polemiche, anche se pubblicamente nessuno si espone per paura di ritorsioni. Anonimamente, però, i commenti sono pressoché unanimi. «È un bambino petulante», ha riferito al Financial Times un veterano dell’industria sportiva che ha chiesto di non essere citato «perché ci sarà un concerto di John Mayer al Msg».

Così la procuratrice generale di New York Letitia James sta valutando ora se aprire un’inchiesta, mentre i politici locali minacciano di sospendere gli sgravi fiscali concessi da decenni per mantenere le due squadre in città. «Si dovrebbero concentrare sul crimine e sui senzatetto, invece di difendere una piccola percentuale di avvocati che non possono assistere alle partite di Knicks e Rangers», ha fatto sapere la società di Dolan, che ha difeso la sua ultima trovata in una serie di interviste ai media locali e poi ha assunto Hope Hicks, ex assistente di Donald Trump alla Casa Bianca, per portare avanti la battaglia e gestire le ripercussioni.

Corriere della Sera, 3 febbraio 2023 (newsletter AmericaCina)

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