C’è stato un lungo periodo, oltre tre decenni, in cui il flipper è stato vietato a New York: era considerato gioco d’azzardo, una «porcheria» che corrompeva i giovani, e per questo nel 1941 il sindaco Fiorello La Guardia lo aveva messo fuorilegge. Gli appassionati si rifugiarono allora nelle salette sul retro dei locali e negli scantinati, quelle stanze buie e segrete che da sempre nascondono i «vizi» newyorkesi: l’alcol durante il proibizionismo, le bische clandestine, oppure i party durante il recente periodo dei lockdown. Poi, nel 1976, un 25enne divorziato che scriveva per la rivista Gq ed era appassionato di «pinball», come viene chiamato negli Stati Uniti, ha cambiato le regole del gioco, dimostrando a un riluttante consiglio comunale che colpire quella biglia e fare punti non era azzardo, ma «soltanto» abilità.
Convinto a fare una dimostrazione dal vivo dalla Music & Amusement Association, che aveva bisogno di un autodidatta senza rapporti finanziari con l’industria dei flipper per riuscire a far abolire quella vecchia legge adottata anche nelle principali città d’America, Roger Sharpe riuscì nell’impresa di liberare il gioco dopo 35 anni di illegalità: i flipper tornarono così a popolare i bar e quel 25enne — ormai 72enne — è diventato un mito assoluto per la comunità del pinball. Questa storia, come ha raccontato sul Washington Post Adam Ruben, autore di un libro sull’argomento, è uno degli aneddoti più celebri sul flipper, che lo stesso Sharpe ha ripetuto infinite volte, una sorta di mito fondativo di una disciplina che ha centinaia di migliaia di appassionati in tutto il mondo.
Nonostante i dubbi iniziali del suo protagonista — «Sono una nota a piè di pagina della Storia», ha replicato quando gli è stato proposto il progetto — questa vicenda è ora diventata un film, scritto dai fratelli Austin e Meredith Bragg e appena uscito nelle sale americane con il titolo Pinball: The Man Who Saved the Game. Non è soltanto un film sul flipper, però, né probabilmente un’opera memorabile, ma è la vicenda umana dell’uomo che lo ha salvato, sconfiggendo il nemico incarnato da un foglio di carta in uno schedario e che — senza rendersene conto — è diventando davvero una nota a piè di pagina della Storia: oggi Sharpe vive nell’area di Chicago e lavora ancora nel settore, aiutando con la sua società di consulenza i produttori di flipper a ottenere accordi licenza.
Corriere della Sera, 28 marzo 2023 (newsletter AmericaCina)