La crisi georgiana suggerisce all’Ue un atteggiamento diverso con la Russia. «Meglio trattarla come un concorrente commerciale», scrive The Independent.
La guerra lampo in Georgia ha spinto l’Europa a rivedere la propria posizione nei confronti di Mosca. «Anche se la reazione russa in Georgia è comprensibile, niente garantisce che non cerchi di trarne ulteriori vantaggi. Per l’Europa è un buon motivo per riflettere su come dare alla Russia uno spazio maggiore in ambito europeo», scrive Le Figaro. «Questo però non avverrà senza la garanzia dell’inviolabilità delle frontiere e dell’indipendenza dei vecchi satelliti nell’Europa dell’Est, a cominciare dalla Polonia. I russi hanno diritto a un rispetto per lo meno uguale a quello della Turchia, affinché le situazioni dei Balcani non siano regolate da una visione unilaterale, e le vecchie repubbliche sovietiche non tengano verso Mosca un atteggiamento saggiamente neutrale».
Anche The Independent è d’accordo sulla necessità di modificare i rapporti con la Russia: «L’occidente sbaglia a ingaggiare un braccio di ferro diplomatico con Mosca. Trattandola come un concorrente commerciale potrebbe ottenere risultati migliori. Sarebbe un errore intraprendere una battaglia sulla sfera d’influenza. Rischieremmo di ripetere l’errore fatto in Georgia, aggravare cioè una situazione locale specifica con tutto il peso del confronto fra Est e Ovest. Oltretutto i paesi confinanti con la Russia non potrebbero permettersi di andare contro Mosca. Se cominceremo a considerare la Russia come un concorrente economico da battere saremo molto più avvantaggiati. Abbiamo soldi e mezzi, e la nostra influenza politica e culturale vale quanto quella russa».