Hudson, New York. «La settimana scorsa ho incontrato il nano di Game of Thrones», racconta Jen, la cameriera di un bar di Hudson che sembra conoscere la vita di tutti i suoi clienti. «Io sono amica di Tommy Stinson, il bassista dei Guns N’ Roses», aggiunge. «Non abita lontano e viene qui almeno tre volte a settimana». Attori, cantanti, nani e ballerine: negli ultimi anni la quantità di personaggi famosi che è fuggita dai minuscoli appartamenti di New York e ha inondato la valle dell’Hudson, un paio d’ore più a nord, è aumentata enormemente. Peter Dinklage, il nano di Game of Thrones, è uno di loro. Continua a leggere “Nuovi orizzonti hipster”
Intanto a Manhattan infuria la retroguardia
New York. I vip del Greenwich Village hanno alzato le barricate per difendere il proprio quartiere dalle mire espansionistiche della New York University. A capeggiare la rivolta di attori, artisti e scrittori contro NYU è lo sceneggiatore Kenneth Lonergan, che accusa: «il quartiere sta scomparendo!». Un tempo regno di intellettuali bohemienne, oggi il Village è entrato nel mirino di John Sexton, presidente dell’ateneo, che entro il 2031 ha intenzione di costruire quattro nuovi edifici. Il progetto stravolgerebbe il quartiere e per questo residenti e dipendenti dell’università hanno lanciato un’asta online per finanziare le spese legali, chiedendo aiuto alle star locali – che hanno concesso il proprio tempo al miglior offerente. Continua a leggere “Intanto a Manhattan infuria la retroguardia”
New York, Italia
Trita!
New York. «Stai in piedi dodici ore al giorno, passate a sollevare cose pesanti, e quando torni a casa puzzi di intestino di maiale, bacon e sangue». Così Sara Bigelow è solita descrivere il suo lavoro. Sara ha 28 anni, una laurea in scrittura creativa all’università della Southern California e un passato nelle public relations, ma nell’estate del 2009 ha scelto di fare la macellaia. Sei anni fa, appena arrivata a New York da Los Angeles, Sara – una ragazza alta e slanciata, con un perenne ciuffo di capelli neri a spazzarle la fronte – scriveva di cibo, per il quale aveva sviluppato nel tempo una forte passione: era affascinata dall’intero processo della carne, il viaggio dalla fattoria al piatto. Questo nonostante al liceo fosse persino stata vegetariana per un anno. Continua a leggere “Trita!”
Questa di Marinelli è la storia vera
Se c’è una cosa da dire riguardo a questi autobus Greyhound è che a bordo c’è sempre la stessa puzza disgustosa. Un odore misto di latrina, erba e tabacco bruciato. Non di fumo, proprio tabacco bruciato. Negli ultimi giorni ho capito che si tratta dei mozziconi di sigaretta spenti e infilati nei pacchetti di American Spirit, quelle più economiche e con il profilo del capo indiano, pronti per essere riaccesi alla prossima fermata. E sì che di fermate con i miei compagni di viaggio ne abbiamo fatte a decine nelle ultime settimane, fra piccole stazioni con il tetto in lamiera, diner di campagna che servono pomodori verdi fritti e parcheggi di fast food nel cuore del deserto. Continua a leggere “Questa di Marinelli è la storia vera”
La ragazza della porta USB accanto
Alla fine degli anni Novanta New York aveva circa 35.000 telefoni pubblici. Oggi, con la diffusione di internet e cellulari, ne sono rimasti 11.412. In poco più di un decennio il loro ruolo è mutato radicalmente, e ora giacciono malinconici lungo le strade cittadine. È per questo che la città di New York ha lanciato un concorso di design per ideare le cabine telefoniche del futuro. Ha ricevuto 125 progetti e in un pomeriggio di inizio marzo una giuria ha selezionato i sei finalisti. Ma noi non siamo qua per parlare di questo. Parleremo invece di Rachel Haot, che presenta concorso e finalisti ostentando sicurezza, nonostante un sorriso imbarazzato. Continua a leggere “La ragazza della porta USB accanto”
L’Europa vince i mondiali di finanza (ma è un gioco)
New York. La sera del 13 ottobre Mack Wilk è al matrimonio del suo miglior amico in un ristorante immerso nella campagna appena fuori Varsavia. Mack, che è polacco e ha 28 anni, è piuttosto ubriaco quando, mezz’ora prima delle 23, si ricorda di ModelOff, il primo campionato mondiale di modelli finanziari al quale si è iscritto su consiglio di un cliente della società per cui lavora, la PricewaterhouseCoopers Poland. Il primo turno si disputa online alle 17 di New York. Continua a leggere “L’Europa vince i mondiali di finanza (ma è un gioco)”
Batti, corri, schiva le auto
Assi di bastoni sulla Terza Avenue
La domenica mattina East Harlem è silenziosa. Sulla 109th Street le prime macchine cominciano ad arrivare poco prima delle dieci. Scendono alcuni pensionati, in tuta o in pantaloncini corti. Appoggiando il piede al paraurti della macchina, Carlos Diaz, 63 anni, si infila le scarpe da ginnastica bianche, pronto a scendere in campo. Carlos è uno dei veterani della East Harlem National League di stickball, un baseball di strada che per tutto il Novecento è stato il passatempo più popolare e caratteristico di New York, giocato fin dagli anni Trenta e Quaranta nei bassifondi cittadini da poveri e immigrati, a cui bastavano un manico di scopa e una spaldeen, una pallina di gomma rosa che deve il nome a una storpiatura in accento di Brooklyn di quello della ditta che la produce, la Spalding. A stickball si gioca in dieci e le regole sono semplici: chi è in battuta lancia la pallina, afferra la mazza e al secondo rimbalzo colpisce. Ognuno ha il suo stile. Continua a leggere “Batti, corri, schiva le auto”