Un’analisi allarmata, un evidente tentativo di convincere il Congresso degli Stati Uniti a sbloccare gli aiuti in favore dell’Ucraina: a metterlo nero su bianco è il generale Christopher Cavoli, comandante delle forze americane in Europa, in una deposizione alla Camera. L’alto ufficiale si è espresso con franchezza, per sottolineare l’urgenza e i pericoli dell’attuale momento del conflitto, una fase che non può essere sottostimata. Questi i punti del suo rapporto in Commissione.
Gli ucraini non hanno munizioni a sufficienza e se non possono rispondere al tiro nemico perderanno, «lo dico in base a 37 anni di carriera». Oggi i russi hanno superiorità di 5 a 1 che diventerà nell’arco «di settimane» 10 a 1, un divario che permetterà loro di avanzare conquistando altro territorio. Non è una solo una previsione, ma la constatazione di quanto avviene sul terreno, anche se la progressione degli occupanti non è spedita.
Mosca ha sempre un vantaggio nella guerra elettronica, nelle missioni a lungo raggio, nell’aviazione (ha perso solo il 10% di velivoli). L’Armata ha perso oltre 2 mila tank e circa 315 mila uomini (morti o feriti) però continua a crescere: è passata da 360 mila soldati in prima linea a 470 mila. Nonostante le disfunzioni e i problemi ben noti l’esercito invasore rappresenta una minaccia «esistenziale» per l’Ucraina in quanto possiede «massa e quantità», vecchie doti dell’apparato mai sfumate. Anzi rigenerate.
Secondo il Pentagono i russi sono riusciti a ricostruire il loro sistema bellico in tempi più rapidi di quelli previsti dall’intelligence. L’analisi ricorda un altro errore di calcolo, quando alcuni analisti dei servizi sostenevano che i soldati di Putin avrebbero avuto rallentamenti nella produzione di missili. La Marina ha subito colpi in Mar Nero — molte le navi affondate o danneggiate dal nemico — però conserva grandi capacità in altri scacchieri ed è ai suoi livelli più alti.
Ha effetti devastanti la campagna di bombardamenti su infrastrutture civili e città, un tipo di attacco destinato ad aumentare per indebolire la società, rendere un inferno la vita quotidiana, provocare danni. La situazione è aggravata dal progressivo indebolimento della difesa anti-aerea ucraina, che sta finendo le scorte di equipaggiamenti con i quali contrastare i raid.
Fondamentale per Cavoli è l’asse di supporto strategico rappresentato da Cina, Iran e Nord Corea. Tre Paesi che formano un’alleanza con la Russia e garantiscono un supporto diretto all’invasione. Per gli americani il regime di Kim ha spedito 6.700 container pieni di proiettili per cannoni, quasi 3 milioni di «pezzi»: è la conferma di un dato già emerso nelle scorse settimane ma ora ribadito davanti ai congressisti. Il patto tra questi Stati pone un dilemma strategico all’Occidente e al tempo stesso può avere conseguenze in altri quadranti: Pechino sta studiando attentamente la guerra in Europa e userà queste esperienze per i propri piani.
Corriere della Sera, 12 aprile 2024