Crisi egiziana: forti cali in borsa, giu’ l’euro

Investitori spaventati cercano riparo in oro e petrolio

Continuano le manifestazioni di protesta contro il governo di Hosni Mubarak in Egitto, continua la preoccupazione degli investitori di Wall Street che si avvia alla chiusura in forte calo. A pochi minuti dalla campanella il Dow Jones perde 167,34 punti, l’1,40%, a 11.822,49 punti, il Nasdaq cede 68,61 punti, il 2,49%, a 2.686,68 punti, mentre lo S&P 500 e’ in calo di 22,94 punti, l’1,77%, a 1.276,60 punti.

A trarre vantaggio dalla situazione tumultuosa in Egitto sono i beni rifugio, oro e petrolio, e il dollaro, che guadagna lo 0,91% sull’euro a 1,36 e lo 0,38% sulla sterlina britannica, a 1,58. La valuta statunitense perde lo 0,83% nei confronti dello yen giapponese a 82,14 e lo 0,38% nei confronti del franco svizzero, a 0,94.

L’oro ha chiuso in rialzo di 18,70 dollari, l1,42%, a 1.337,10 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha gudagnato nella giornata di oggi 3,63 dollari, il 4,24%, a 89,27 dollari al barile.

Con la crescita del petrolio crescono anche i titoli delle aziende che operano nel settore. General Maritime guadagna 30 centesimi, il 10,58%, a 3,22 dollari per azione, mentre Overseas Shipholding e’ in rialzo di 1,96 dollari, il 6,01%, a 34,40 dollari per azione.

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La crisi egiziana spaventa Wall Street

Manifestazioni contro governo influiscono negativamente su titoli

La crisi egiziana spaventa Wall Street. Le manifestazioni di protesta contro il governo del presidente Hosni Mubarak hanno influito negativamente sulle contrattazioni, facendo allo stesso tempo guadagnare il dollaro nei confronti di euro e sterlina. Poco dopo meta’ giornata il Dow Jones perde 133,43 punti, l’1,11%, a quota 11.856,42 punti, il Nasdaq e’ in calo di 59,82 punti, il 2,17%, a 2695,46 punti, il Nasdaq cede 17,89 punti, l’1,38%, a 1281,65 punti.

L’instabilita’ e l’incertezza dell’area nordafricana, che gia’ due settimane fa aveva visto il presidente tunisino Ben Ali abbandonare il paese, sta mettendo in agitazione gli investitori, che stanno lasciando gli asset piu’ rischiosi spostandosi verso beni rifugio. A uscire vincitori da questa situazione di tensione sono al momento il dollaro, lo yen e l’oro, mentre a subirne danni sono soprattutto l’euro e i titoli.

Secondo Simon Derrick, analista di Bank of New York Mellon, gli investitori hanno soprattutto paura che durante le crisi gli eventi si evolvano piu’ rapidamente delle aspettative. “E’ quanto e’ successo, ad esempio, nel settembre e ottobre 2008, dopo il collasso di Lehman Brothers, o in aprile e maggio dello scorso anno, ai picchi della crisi greca”, spiega Derrick. “Basta notare con che velocita’ e’ scoppiata la rivolta in Tunisia e con quale rapidita’ sono emerse manifestazioni di protesta nelle citta’ egiziane”.

Con Wall Street e le borse mondiali in calo, a crescere sono invece i beni rifugio. Il petrolio, poco dopo meta’ giornata, guadagna 3,65 dollari, il 4,26%, a 89,29 dollari al barile, mentre l’oro e’ in rialzo di 21,50 dollari, l’1,63%, a 1.339,90 dollari all’oncia.

Anche il dollaro trae benefici dalla crisi egiziana, guadagnando lo 0,87% sull’euro a 1,36 e lo 0,53% sulla sterlina, a 1,58. La valuta statunitense e’ invece in calo dello 0,85% nei confronti dello yen giapponese, altra moneta che ha avuti benefici dalla situazione, a quota 82,12. Il dollaro perde anche lo 0,42% nei confronti del franco svizzero, a 0,94.

Fra i titoli Google perde 11,39 dollari, l’1,85%, a 605,40 dollari per azione. In calo anche Microsoft, 1,29 dollari, il 4,47%, a 27,58 dollari per azione, Hewlett-Packard, che perde 1,27 dollari, il 2,72%, a 45,47 dollari per azione e Apple, che cede 6,69 dollari, l’1,05% a 336,52 dollari per azione. Per Bank of America si registra invece una crescita leggera, di 0,09 dollari, lo 0,65%, a 13,76 dollari per azione.

Con il petrolio aumentano anche i titoli delle aziende del settore, con Overseas Shipolding che guadagna 1,65 dollari, il 5,08%, a 34,10 dollari per azione e General Maritime che cresce di 21 centesimi, il 7,19%, a 3,13 dollari per azione.

Fra gli altri titoli Ford perde 2,19 dollari, l’11,66%, a 16,60 dollari per azione, mentre Amazon cede 15,52 dollari, l’8,41%, a 168,93 dollari per azione.

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E’ arrivato The Daily, primo quotidiano per iPad. Lancio ufficiale il 2 febbraio

Quotidiano per tablet, verra’ presentato al Guggenhaim di New York

L’annuncio si attendeva da settimane, dopo che la presentazione prevista per fine gennaio era slittata a data da destinarsi. Ora e’ diventato ufficiale: The Daily, il quotidiano di News Corp. disegnato in collaborazione con Apple in esclusiva per iPad e tablet, verra’ lanciato il 2 febbraio, martedi’ prossimo, a New York.

La presentazione sara’ effettuata nel corso di un evento al Guggenhaim Museum a cui prenderanno parte l’amministratore delegato di news Corp. Rupert Murdoch e il vice direttore generale per i servizi internet di Apple Eddy Cue. Inizialmente il lancio, che era stato fissato per gennaio, sembrava dovesse avvenire al Museum of Modern Art di San Francisco.

All’evento avrebbe dovuto prendere parte anche Steve Jobs, ma il fondatore di Apple e’ al momento in malattia, sostituito da Tim Cook. La presenza di Jobs avrebbe sicuramente dato una spinta ulteriore al progetto, atteso con trepidazione dai fan di Cupertino e dal mondo dei media.

Nel progetto dei suoi ideatori la pubblicazione non prevederà un’edizione stampa o web e la verà novità, sviluppata con l’aiuto degli ingegneri della Apple, sarà quella di spedire automaticamente la pubblicazione sull’iPad e dispositivi simili. Senza costi di stampa o di distribuzione, per leggere il ‘Daily’ si spenderanno soltanto 99 centesimi a settimana.

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Charlie Sheen ricoverato d’urgenza in ospedale

Dolori addominali dopo aver organizzato una festa in casa

Alle 7 di questa mattina, orario di Los Angeles, Charlie Sheenn e’ stato trasportato d’urgenza in ospedale. L’attore e’ stato portato fuori dalla sua abitazione su una lettiga con un asciugamano che gli copriva parzialmente la faccia ed e’ stato caricato su un’ambulanza. Nello stesso momento dalla casa sono uscite anche due giovani ragazze.

Sheen e’ stato visitato al Cedars Sinai Hospital di Los Angeles e i medici stanno ora aspettando i risultati delle analisti.
Secondo il sito di gossip Tmz, l’attore aveva avvertito forti dolori addominali che lo hanno portato a chiamare il 911, il numero d’emerganza negli Stati Uniti, alle 6,35 della mattina. All’ospedale si sono recati anche i genitori dell’attore, Martin Sheen e Janet Templeton, e la sua ex moglie, Denise Richards.

Secondo i vicini Sheen aveva fatto una festa in casa ieri sera, che sarebbe andata avanti fino a tardi.

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I rapporti fra Usa e Cina, le due maggiori economie al mondo

Nel 2020 il Pil cinese potrebbe superare quello americano

L’incontro avvenuto in questi giorni a Washington fra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente cinese Hu Jintao e’ stato il punto di contatto fra le due maggiori economie mondiali. Nel corso degli ultimi anni l’economia cinese e’ cresciuta con un passo rapido, divenendo nel 2010 la seconda maggiore al mondo e avvicinandosi agli Stati Uniti, che restano saldamente al comando.

Una leadership che potrebbe tuttavia essere messa in discussione nel decennio a venire, con numerosi esperti che prevedono il sorpasso del Pil del dragone attorno al 2020. La crescita cinese continua, inarrestabile. Proprio ieri e’ arrivata la notizia che il Pil cinese nel quarto trimestre del 2010 e’ aumentato del 9,8%, una crescita superiore alle aspettative gia’ rosee degli analisti. Nell’intero anno il prodotto interno lordo cinese e’ aumentato in totale del 10,3% a 5.880 miliardi di dollari, contro i 14.620 miliardi di dollari del Pil statunitense.

L’espansione economica cinese fa a pugni con la situazione economica americana, stretta nella morsa di una recessione durissima e che ora stenta riprendersi. Lo scorso anno, per stimolare l’economia, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva annunciato che avrebbe aumentato le esportazioni, a cominciare proprio dalla Cina.

In questi giorni Barack Obama ha rinnovato il proprio invito a Pechino per un “commercio equo”. L’interesse di Washington e’ che le aziende americane trovino in Cina una competizione giusta e salutare. Negli Stati Uniti l’impressione e’ infatti che il governo cinese blocchi alle aziende a stelle e strisce l’accesso ai floridi mercati della Cina. Ma proprio a livello commerciale sono arrivate le notizie migliori della visita di Hu negli Stati Uniti.

Le aziende cinesi hanno firmato settanta contratti da 25 miliardi di dollari per importazioni da dodici stati americani, piu’ dodici contratti di investimento per un valore di 3,24 miliardi di dollari. L’accordo maggiore e’ stato tuttavia siglato da Boeing, che ha ricevuto un ordine da 19 miliardi di dollari per 200 aerei che saranno consegnati fra il 2011 e il 2013. Questo ordine da solo contribuira’ a mantenere 100.000 posti di lavoro nel settore aereonautico, non solo alla Boeing. In totale la Cina ha investito circa 45 miliardi di dollari in acquisti, che consentiranno agli Stati Uniti la creazione di 235.000 nuovi posti di lavoro.

A rendere tesi i rapporti fra Cina e Stati Uniti e’ pero’ sostanzialmente un fattore: la sottovalutazione dello yuan. Dall’America giungono da mesi appelli distinti, dal segretario al Tesoro Tim Geithner al presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, per un apprezzamento del Rmb, richiesta confermata ieri dal presidente Obama che ha riconosciuto i passi avanti fatti da Pechino, ma li ha dichiarati non ancora sufficienti a garantire una stabilita’ finanziaria internazionale.

Nonostante tutti i contrasti le due economie restano comunque legate a doppio filo. Pechino e’ infatti il piu’ grande detentore di debito americano, ruolo che fino a poco tempo spettava al Giappone, e negli ultimi cinque anni, data dell’ultima visita di Hu a Washington, ha quasi raddoppiato le proprie quote a 896 miliardi di dollari.

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Obama: diritti umani sono fonte di tensione con la Cina

Stati Uniti chiedono le liberta’ universali

“I diritti umani sono fonte di tensione con la Cina”. Nel corso di una conferenza stampa congiunta a Washington con il presidente cinese Hu Jintao in visita di Stato, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato oggi di credere “nei diritti universali di tutte le persone e questo include i diritti umani di base, la liberta’ di parola, di assemblea”. Diritti, ha spiegato Obama, “riconosciuti dalla costituzione cinese”.

“Gli Stati Uniti chiedono queste liberta’”, ha specificato Obama, “e crediamo che, sostenendo questi diritti universali, ogni nazione, compresa la Cina, sara’ piu’ florida e avra’ piu’ successo”.

“La Cina”, ha concluso il presidente americano, “ha acconsentito a parlarne ancora”.

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Obama: una competizione salutare che spinga a innovare

Il presidente chiede che commercio in Cina sia equo per gli Usa

“E’ il nostro ottavo incontro, insieme abbiamo dimostrato che Stati Uniti e Cina, quando cooperano, possono ricevere benefit sostanziali”. Cosi’ il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dato il benvenuto al suo omologo cinese Hu Jintao nel corso di una conferenza stampa congiunta a Washington.

Il presidente Obama ha parlato della “straordinaria crescita economica cinese”, aggiungendo che questa ha risollevato dalla poverta’ milioni di persone. Obama ha parlato di una “competizione amichevole” fra i due paesi, una competizione “salutare che spinga entrambi i paesi a innovare e a diventare piu’ competitivi”.

Tuttavia il presidente americano ha confermato al presidente Hu che il campo di gioco per le aziende americane in Cina deve essere “equo. Il commercio deve essere giusto”.

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Obama chiede a Hu Jintao l’apprezzamento dello yuan

Felici della flessibilita’, ma non e’ ancora abbastanza

Gli Stati Uniti apprezzano la flessibilita’ dello yuan concessa da Pechino, ma non e’ ancora abbastanza. “Siamo felici che la Cina abbia aumentato la flessibilita’ della propria valuta, ma devo ammettere che resta ancora sottovalutata e che c’e’ ancora bisogno di variazioni sul tasso di cambio”. Cosi’ il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si e’ espresso sulla guerra delle valute in atto con Pechino nel corso della conferenza congiunta a Washington con il presidente cinese Hu Jintao.

“Continueremo a chiedere che la valuta cinese sia guidata dal mercato”, ha specificato il presidente Barack Obama.

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Hu Jintao: c’e’ ancor amolto da fare per diritti umani

Il presidente cinese loda i progressi fatti da Pechino in materia

In materia di diritti umani la Cina sta progredendo. E’ quanto sostiene il presidente cinese Hu Jintao, in visita di stato a Washington dove sta tenendo una conferenza stampa congiunta con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Incalzato dal presidente americano, che ha dichiarato come i diritti umani siano fonte di tensioni fra Stati Uniti e Cina, Hu ha difeso la posizione di Pechino, ammettendo pero’ che “c’e’ ancora molto da fare” a riguardo.

Dopo aver scherzato su alcuni problemi con il traduttore, Hu ha specificato di aver discusso spesso con Obama di diritti umani, aggiungendo che “la Cina e’ sempre impegnata nella protezione e nella promozione di diritti umani”.

Il paese ha fatto “enormi progressi”, ha aggiunto il presidente cinese, “riconosciuti in tutto il mondo”. La Cina, ha notato, “rispetta e riconosce l’universalita’ dei diritti umani”.

“La cina e’ un paese in via di sviluppo”, ha concluso Hu, “e con una grande popolazione. In questo contesto si trova davanti molte sfide in tema di sviluppo economico e sociale, e c’e’ ancora molto da fare in termini di diritti umani”.

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Obama si impegna per dialogo fra Pechino e Dalai Lama

Obama auspica che la Cina riconosca i diritti umani

“Portare avanti il dialogo formale sui diritti umani, con particolare riferimento ai rapporti tra il governo cinese e il Dalai Lama, verso il riconoscimento del popolo tibetano”. Questo e’ l’impegno espresso dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama al suo omologo cinese Hu Jintao nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca.

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Hu: abbiamo alcune divergenze economiche e commerciali

Presidente cinese: lavoreremo insieme agli Usa per risolverle

Gli Stati Uniti e la Cina “rispettano la sovranita’, l’integrita’ territoriale e gli interessi nello sviluppo reciproci”, ha dichiarato il presidente cinese Hu Jintao nel corso di una conferenza congiunta alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

“Abbiamo discusso di alcune divergenze in materia economica e commerciale”, ha spiegato Hu, ma “continueremo a lavorare per risolverle sul principio della mutua cooperazione”.

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Obama: discutiamo di diritti umani in modo sincero

Evoluzione dei rapporti fra Stati Uniti e Cina in trenta anni

“Stati Uniti e Cina vengono da culture diverse con storie differenti”, ha ricordato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il presidente cinese Hu Jintao, in visita di Stato.

“Come americani”, ha puntualizzato Obama, “abbiamo una visione profonda sull’universalita’ di certi diritti -religiosi, di parola, di assemblea- che riteniamo molto importanti. Sono stato molto sincero con il presidente Hu a riguardo. Occasionalmente sono fonte di tensione fra i nostri governi”.

Possiamo, ha spiegato Obama, “discutere di questi problemi in modo franco e sincero, concentrandoci sulle questioni in cui ci troviamo d’accordo”.

“Voglio ricordare che c’e’ stata un’evoluzione in Cina negli ultimi trent’anni, dalla prima normalizzazione delle relazioni fra Stati Uniti e Cina”, ha fatto presente il presidente americano. “Nei prossimi trent’anni vedremo un’ulteriore evoluzione”.

Ogni giorno, ha specificato il presidente cinese Hu Jintao, ci sono circa 8.000 persone che viaggiano fra Stati Uniti e Cina. “Questo e’ qualcosa di impensabile”, ha notato, “fino a 32 anni fa. Abbiamo creato tutte le condizioni per espandere questi scambi amichevoli fra i cittadini cinesi e quelli americani”.

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Obama attacca Hu Jintao sui diritti umani

Entro 2020 il Pil del dragone supererà quello Usa

C’era un clima disteso, rilassato, alla Casa Bianca per la conferenza stampa congiunta fra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao, che tuttavia restano fermi sulle loro posizioni in materia di diritti umani e sulla guerra valutaria.

Il presidente Barack Obama ha incalzato Hu sulla questione dei diritti umani, ricordando che “Stati Uniti e Cina vengono da culture diverse con storie differenti”, ma che “come americani abbiamo una visione profonda sull’universalita’ di certi diritti -religiosi, di parola, di assemblea- che riteniamo molto importanti”.

“Sono stato molto sincero con il presidente Hu a riguardo”, ha spiegato Obama. “Occasionalmente i diritti umani sono fonte di tensione fra i nostri governi”.

Il presidente Hu ha incassato il colpo, ma ha ribadito, restando fermo sulle proprie posizioni, che la Cina sta facendo progressi in termini di diritti umani, nonostante “ci sia ancora molto da fare”.

Hu ha precisato che la Cina “e’ sempre impegnata nella protezione e nella promozione di diritti umani”, e che il paese ha fatto enormi progressi riconosciuti in tutto il mondo”. Pechino, ha notato, “rispetta e riconosce l’universalita’ dei diritti umani”.

Il presidente Barack Obama non si e’ limitato a far pressione sui diritti umani, e dopo aver dichiarato di aver apprezzato l’aiuto cinese per risolvere le tensioni nella penisola coreana e sul programma nucleare iraniano, ha virato con decisione sulle questioni economiche e commerciali fra i due paesi, le due maggiori economie mondiali. Il Pil americano resta al primo posto, ma il sorpasso cinese e’ ormai dietro l’angolo e secondo alcuni esperti dovrebbe arrivare attorno al 2020.

Nel frattempo e’ stato annunciato oggi che la Cina effettuera’ un ordine di 200 aerei all’azienda americana Boeing, un valore stimato di 19 miliardi di dollari, ed e’ stato raggiunto un accordo sulle esportazioni americane che aiutera’ a creare 245.000 posti di lavoro negli Stati Uniti.

“La Cina”, ha ricordato Obama, “e’ un obiettivo importante per le esportazioni statunitensi. La cooperazione tra Cina a Stati Uniti è un fattore positivo per entrambi gli stati”, ha specificato, aggiungendo che “collaboreremo e competeremo allo stesso tempo in settori diversi”.

Obama ha parlato di una “competizione amichevole” fra i due paesi, una competizione “salutare che spinga entrambi i paesi a innovare e a diventare piu’ competitivi”, ma ha insistito con Hu che le aziende americane devono trovare in Cina un campo di gioco uguale per tutti. “Il commercio deve essere equo”, ha specificato.

Il presidente degli Stati Uniti ha poi parlato dello yuan, apprezzando la flessibilita’ concessa da Pechino alla valuta, una flessibilita’ che tuttavia non e’ ancora sufficiente. Lo yuan resta sottovalutato, il movimento non e’ abbastanza rapido, e gli Stati Uniti continueranno a chiedere uno yuan guidato dal mercato.

Gli Stati Uniti e la Cina “rispettano la sovranita’, l’integrita’ territoriale e gli interessi nello sviluppo reciproci”, ha risposto il presidente cinese Hu Jintao, “abbiamo discusso di alcune divergenze in materia economica e commerciale e continueremo a lavorare per risolverle sul principio della mutua cooperazione”.

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Obama saluta Gibbs: un caro amico, un consigliere stretto

Il presidente degli Stati Uniti ringrazia il portavoce che lascia

“Negli ultimi sei anni Robert è stato un caro amico, uno dei miei consiglieri più stretti e una voce vigorosa dal podio a sostegno degli sforzi fatti da questa amministrazione per far progredire gli Stati Uniti”. A salutare e ringraziare Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca che lascerà il proprio incarico a inizio febbraio, sono arrivate le calorose parole del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

“Penso che sia naturale per lui voler fare un passo indietro, riflettere e riequipaggiarsi”, ha spiegato Obama. “Questo porterà nuove sfide e opportunità per la Casa Bianca, ma non cambia l’importante ruolo che Robert continuerà a svolgere per il nostro team”.

Gibbs lascerà il proprio incarico a inizio febbraio per lavorare come consulente per la campagna elettorale di Obama in vista delle presidenziali del 2012. Il portavoce potrebbe entrare come consigliere nella squadra di David Axelrod, altro fedelissimo di Barack Obama che ha lasciato la Casa Bianca per lavorare alla rielezione del presidente.

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L’alleanza fra Microsoft e Intel è arrivata agli sgoccioli

La crescita di smartphone e tablet ha messo in ginocchio il rapporto

Per Intel e Microsoft è arrivato il momento di tirare le somme. Le vendite di tablet, smarthphone e televisioni che usano tecnologie rivali stanno infatti decollando, mettendo in crisi quella che è stata una lunga e solida alleanza fra le due aziende, che ora stanno pensando di andare avanti ognuna per la sua strada.

Il segno più evidente della nuova strategia dei due colossi si avrà nella giornata oggi, quando Microsoft svelerà la prossima versione del sistema operativo Windows, che funzionerà con microprocessori disegnati da Arm Holdings, rivale di Intel. Microsoft ha comunque intenzione di creare versioni di Windows con i chip Intel, ma al momento gli sforzi dell’azienda di Redmond sembrano più incentrati sullo sviluppo del rapporto con Arm Holdings.

Il matrimonio fra Intel e Windows, noto anche come “Wintel”, risale all’inizio degli anni ottanta, e ha dominato il mercato dei computer definendone gli standard. Con la crescita degli smartphone e dei tablet però il rapporto è entrato in crisi, spingendo le due aziende alla ricerca di nuovi spazi e nuovi mercati.

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